Se fino a qualche decennio fa si parlava della grappa in generale, negli ultimi anni, soprattutto per effetto dello sviluppo del mercato delle grappe monovarietali, sempre più si è cominciato a parlare di specifiche varietà di grappe.
Una prima doverosa classificazione delle grappe si basa sulle loro caratteristiche organolettiche:
Le grappe di monovitigno, divenute particolarmente di moda negli ultimi anni, sono classificate sulla base della tipologia di vinaccia impiegata in purezza, ovvero senza miscelarla con altre tipologie, per ottenerle. La legge prevede che si possa indicare il vitigno in etichetta nel caso in cui le materie prime utilizzate per ottenere la grappa in questione provengano almeno per l’85% dalla tipologia di vitis vinifera citata in etichetta. Esiste anche la possibilità di indicare due varietà di vitigni a condizione che siano dichiarati in ordine decrescente alla partecipazione al conferimento della materia prima e che quello presente in quantità minore non abbia contribuito in misura inferiore al 15%.